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Recensioni d’annata, 1995. Treviso Comics

Treviso Comics
Inedito per Il Sole 24 Ore, scritto il 15 novembre 1995

Quest’anno Treviso Comics, la rassegna internazionale del fumetto e delle comunicazioni visive è arrivata alla ventesima edizione, chiudendo i battenti il 12 marzo. Caratterizzata come sempre da diverse mostre di particolare interesse, Treviso Comics non ha smentito la sua vocazione di convention dedicata agli autori piuttosto che agli editori o all’industria del fumetto in generale.

Le mostre, oltre a una piccola sezione dedicata ai vent’anni del personaggio creato da Altan per i bambini, la Pimpa, sono state quattro. Fiore all’occhiello della manifestazione, la più importante e pubblicizzata, quella sull’opera di Jean Giraud, più noto come Moebius. Grande e ben documentata, la mostra ha presentato l’opera del maestro francese dagli anni sessanta sino ai giorni nostri, dalla satira su Hara-Kiri al western di “Blueberry”, alla fantascienza di Métal Hurlant, sino agli esiti misticheggianti dovuti alla collaborazione con Alexandro Jodorowsky.

Forse ancora più interessante per gli addetti ai lavori – che di mostre su Moebius incominciano ad averne viste tante – era tuttavia l’esposizione dedicata all’opera di Magnus, alias Roberto Raviola. Magnus è uno dei rari autori che possono dire di aver attraversato un po’ tutte le facce del fumetto, da quello più popolare – nelle versioni del nero, del comico e del pornografico – sino a quello più raffinato e intellettuale. Lo troviamo negli anni sessanta a imporre il suo modo di vedere il fumetto nero con Kriminal e Satanik, e poco più tardi a determinare gusti e modi di parlare degli adolescenti italiani con Alan Ford e il suo Gruppo TNT. Ovunque sia passato, il segno è rimasto, e dall’inizio degli anni Ottanta le sue produzioni sono state dedicate via via a un pubblico sempre più scelto, passando progressivamente dalle intricate acrobazie ideologiche e spionistiche de Lo Sconosciuto sino alla delicatezza psicologica delle Femmine incantate.

Una terza mostra ha presentato la produzione degli autori di una rivista di imminente uscita presso l’editrice Granata Press di Bologna: Dinamite. Un gruppo di autori giovani o giovanissimi che prova a tracciare il proprio sentiero nel difficile campo editoriale del fumetto italiano. Tra i nomi più noti, Francesca Ghermandi, Massimo Semerano, Otto Gabos e Davide Toffolo.

Resta da parlare della quarta esposizione, dedicata a un autore meno famoso, ma proprio per questo sorprendentemente la più interessante e fascinosa. Chi conosce Franco Matticchio può immaginare la delicatezza e l’ironia delle immagini che vi abbiamo trovato. Ma poiché Matticchio pubblica piccole cose su molti giornali diversi, è davvero difficile conoscerle tutte – e l’accostamento di tante opere che di solito si trovano centellinate permette di rendersi conto della grande capacità e della varietà di temi su cui questo autore lavora.

Franco Matticchio è un’illustratore, che ha approcciato saltuariamente il fumetto, pubblicando su Linus storie ai margini dell’assurdo che non escono però veramente dai confini di una letteraria quotidianità – poi raccolte in un libro intitolato Senza senso (Rizzoli, 1994). L’allusione al nonsense di tradizione britannica è forte è voluta: come il nonsense, i suoi fumetti non mancano affatto di significato, ma si arriva al significato solo passando attraverso un territorio di fantasiosa incoerenza, stracolmo in verità di argute allusioni ai luoghi comuni del senso.

Incantano il lettore/spettatore sia i disegni zeppi di figure intrecciate, ripresa disincantata e sottovoce della genialità demenziale di un Jacovitti, sia le immagini centrate su una sola figura o situazione, degne della migliore tradizione surrealista, spesso inquietanti o conturbanti nonostante il sorriso che continuano a strappare. Di questi disegni, pubblicati su numerose riviste negli ultimi anni, sta per uscire una raccolta per i tipi degli Editori del Grifo. Treviso Comics, tra l’altro, ha voluto riconoscere il valore dell’opera di Matticchio, premiandolo come autore della migliore opera a fumetti italiana del 1994.

Treviso Comics è organizzata dal Circolo Amici del Fumetto e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Treviso. Il suo successo ventennale, e la linearità della sua storia come manifestazione culturale sarebbero già per parte loro un fatto importante. A questo va aggiunta la considerazione per la cura e l’impegno – in larga parte volontario – con cui l’intera manifestazione viene organizzata.

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