Babel, Connessioni: due antologie

 

Sono apparso, non alla Madonna, ma in due antologie molto differenti tra loro uscite a breve distanza di tempo. Si tratta di Babel. Stati di alterazione, antologia plurilingue a cura di Enzo Campi (Bertoni 2022), e di Connessioni. Antologia di autoaiuto poetico in tempo di lockdown, a cura di Gabriella Musetti e Claudia Zironi (Vita Activa Nuova 2022).

Babel è una sorta di esercizio di traduzione plurilingue, alla quale un certo numero di poeti, italiani e non, hanno fornito un proprio testo, il quale è poi stato tradotto in tre lingue diverse da altri autori/traduttori. Gli autori di partenza sono, oltre a me, Karine Marcelle Arneodo, Vincenzo Bagnoli, Domenico Brancale, Marisol Bohórquez Godoy, Brice Bonfanti, Sonia Caporossi, Marthia Carrozzo, Laura Cingolani, Lella De Marchi, Francesco Forlani, Gianluca Garrapa, Michela Gorini, Alessandra Greco, Eugenio Lucrezi, Lorenzo Mari, Francesca Marica, Silvia Molesini, Fabio Orecchini, Jonida Prifti, Lidia Riviello, Massimo Rizza, Ranieri Teti, Ida Travi, Paolo Valesio, Sara Ventroni, Maria Luisa Vezzali. Gli autori/traduttori sono: Claudia Albu-Gelli, Antonino Bondi, Alice Bartolini, Fabiana Bartuccelli, Amal Bouchareb, Ani Bradea, Valentina Chepiga, Anna Maria Curci, Gianni Darconza, Francesca Del Moro, Irène Duboeuf, Gerhard Friedrich, Kaharu Inokuchi, Anna Chiara Peduzzi, Evangelia Polymou, Graziella Sidoli, Maria Laura Valente, Daniele Ventre, Patrick Williamson, Gabriella Zimmermann. Le lingue rappresentate sono: albanese, arabo, francese, giapponese, greco, greco antico, inglese, italiano, latino, lucano, napoletano, rumeno, russo, spagnolo, tedesco, turco, cui si aggiunge la lingua inventata (franco-italo-ispanica) di Forlani, e quella babelica in cui è trasposta la postfazione del curatore.

L’operazione è felicemente provocatoria, specie quando presenta lingue che pochi qui sono in grado di leggere, come l’albanese, il giapponese, l’arabo o il turco. Implicitamente, allude all’esistenza di una comunità poetica translinguistica (e di conseguenza transnazionale); e all’importanza del lavoro del traduttore, il quale, a differenza da quello che accade di solito nella nostra editoria, qui non è affatto in secondo piano, ma costituisce il senso stesso dell’opera, autore egli stesso, o autrice ella stessa.

Riporto più sotto il mio contributo e le sue versioni in inglese, tedesco e latino. Riporto anche uno dei quattro singolari contributi di Francesco Forlani, forse in se stesso simbolico dell’intera operazione del volume.

Connessioni nasce invece a partire dall’esperienza del lockdown della primavera 2020. Come racconta Claudia Zironi nell’Introduzione (e come specifica poi Gabriella Musetti nella postfazione), l’idea del libro nasce dall’esistenza di una chat di poeti, nata a sua volta quasi per sbaglio, con funzioni di reciproco sostegno e scambio di idee e informazioni, in un periodo in cui si era tutti fisicamente isolati, e in cui l’idea della relazione, o delle connessioni tra le persone, era particolarmente sentita come cruciale. Appaiono nell’antologia, oltre a me: Luca Ariano, Francesca Del Moro, Leila Falà, Raffaela Fazio, Serenella Gatti Linares, Marilina Giaquinta, Loredana Magazzeni, Gabriella Musetti, Silvia Parma, Cetta Petrollo, Toni Piccini, Marinella Polidori, Valeria Raimondi, Sergio Rotino, Enea Roversi, Elisabetta Sancino, Claudia Zironi, Anna Zoli.

L’antologia nasce dai contatti di un gruppo di amici, ma una paradossale conseguenza del lockdown è stata quella di annullare tutte le distanze portando Catania, o Brescia, o Roma, a essere egualmente distanti dalla residenza bolognese di ciascuno dei membri appartenenti al capoluogo emiliano (comunque la maggioranza, ed espressione della comunità di partenza, con le iniziative precedenti di Versante Ripido); perché in quel periodo il divieto di andare in giro rendeva la strada accanto lontana quanto Tokio.

Per ciascun autore appare una breve introduzione sul tema che intitola il libro, e alcuni testi autoproposti, scritti per l’occasione oppure trascelti tra i propri con criteri di pertinenza. Ci sono anche alcune foto di fiori scattate da me, che in quel periodo, avendo il privilegio di abitare in campagna, ingannavo la solitudine con lunghe passeggiate.

Riporto più sotto alcuni dei contributi presenti nel libro, e una delle mie foto.

.


Da Babel.

Il mio originale:

La versione inglese di Graziella Sidoli:

La versione tedesca di Anna Maria Curci:

La versione latina di Maria Laura Valente:

Una delle quattro poesie babeliche di Francesco Forlani:

 

 

.


Da Connessioni:

Leila Falà:

Raffaela Fazio:

Serenella Gatti Linares:

Loredana Magazzeni:

Cetta Petrollo:

Sergio Rotino:

Elisabetta Sancino:

Diffondi questo post:
Facebook Twitter Plusone Linkedin Digg Delicious Reddit Stumbleupon Tumblr Posterous Email Snailmail

Scrivono di me, su Bologna in Lettere

Bologna in Lettere 2019 – Appunti, letture, note – Daniele Barbieri / Vanni Schiavoni

Daniele Barbieri porta avanti da qualche tempo una ricerca ritmica costante e coerente, che originariamente prendeva spunto dalla metrica spagnola. Da questa operazione piuttosto originale nasce una versificazione omogenea, che si concretizza in componimenti brevi, suddivisi generalmente in distici di versi lunghi. In passato Daniele utilizzava prevalentemente versi di sedici sillabe, ottonari doppi con accento sulla settima e sulla quindicesima, mentre di recente ha allentato il vincolo sulla lunghezza del verso, e dopo le prime sei sillabe (con accento sulla quinta) spesso ce ne sono dieci, ma a volte anche nove o undici (con accento sulla quattordicesima o sedicesima). In un ritmo generalmente sincopato, si inserisce una trama sonora costruita con grande accuratezza sull’incalzare di ripetizioni, riprese con minuscole variazioni, allitterazioni, rime, rimealmezzo e assonanze. I versi tendono a sollecitare una lettura veloce, trascinante, ragion per cui le pause tra le strofe si offrono come pause confortanti di respiro. Sembra di trovarci in presenza di un flusso di coscienza, che non di rado prende la forma di domande, affermazioni che si ribaltano, si negano o si ampliano, si precisano, in un dialogo asfissiante con sé stesso, in cui i pensieri scaturiscono l’uno dall’altro, spezzandosi vicendevolmente, specchiandosi, tallonandosi, sbocciando dalla pagina bianca in un punto apparentemente casuale del loro svolgersi, in barba a qualsiasi consuetudine riguardante l’articolazione del discorso. Se in Distonia, l’ultimo libro di poesie di Daniele Barbieri, si indagava soprattutto il rischio di scomparsa delle parole, il dissolvimento di ogni possibilità di comunicazione, in uno svuotamento di significato a metà tra il temuto e il desiderato, i testi più recenti fanno spazio a un dialogo io/tu in cui ci si rivolge a un’interlocutrice femminile, ora con dolcezza e malinconia ora dando voce, anche attraverso immagini violente e inquietanti, al dolore bruciante della perdita. Ne risultano poesie d’amore originali e struggenti, ammalianti canti della fine, in cui non si ha paura – e questo è un tema che anticipa quello che forse sarà il prossimo libro di Daniele – di giocare, anche in chiave parodica, e donare una nuova veste e una nuova luce alle parole abusate del cosiddetto “poetese”. (Francesca Del Moro)

 

 

Preso da qui.

Diffondi questo post:
Facebook Twitter Plusone Linkedin Digg Delicious Reddit Stumbleupon Tumblr Posterous Email Snailmail

Così scrivono del mio libro

Barbieri riesce in una scrittura che inseguo da tempo, una scrittura che possa liberarsi di alcune vecchie dicotomie. Nei testi di Distonia essa trova il suo modo per affrancarsi dall’ossessione per la realtà e la comprensibilità senza diventare oscura. Tratta il materiale verbale con cura dell’andamento metrico e strofico (appena nascosto nel verso lungo, ma ritmicamente evidente) eppure evita la concettosità. Dice dalla condizione dell’osservatore lirico riuscendo a darcene conto in un acquerello astratto, dove l’acqua sta forse per il noto liquido baumaniano, forse per i regimi turbolenti della coscienza. La poesia di Barbieri, che gioca con la mancata possibilità di additarne l’oggetto, o con la presunzione delle ‘cose in sé’ di costruire un mondo, ha la capacità di essere calda e astratta allo stesso tempo. Va ragionando della condizione instabile, opaca, inefficiente dell’identità nell’anonimità fitta e rumorosa del contemporaneo, ed è insieme intima, immersiva senza essere personale. (rm)

Così scrive Renata Morresi su Nazione Indiana, qui.

Diffondi questo post:
Facebook Twitter Plusone Linkedin Digg Delicious Reddit Stumbleupon Tumblr Posterous Email Snailmail

cuore amore dolore

Risulta che sono finalista al premio Lorenzo Montano per una raccolta inedita che si chiama cuore amore dolore.

La raccolta organizza poesie che contengono almeno una delle tre parole che costituiscono il titolo. Ecco un esempio:

cuore mio, mio lento cuore, cuore d’amore, sì, come
sì, mio lento amore, dolce mio dolcissimo dolore,

sì, piangeva il mio cuore al cuore, il mio amore grondava
dolore, sì, nell’amore gridava l’amore, come

mio dolore frastornato, nostro amore scardinato,
sì, sì, davvero d’amore morire

E’ divisa in quattro sezioni: Fiore, Calore, Rumore, Tremore.

Quando avevo quindici anni, scoprii la Quarta Sinfonia di Mahler. La trovai (la trovo tuttora) bellissima, in particolare il terzo e il quarto movimento. Ma quello davvero strano era il secondo, lo Scherzo, basato su una melodia un po’ sghemba suonata da un violino studiatamente stonato. Nella nota critica che accompagnava il disco, là dove si parlava di questo secondo movimento, comparivano le parole “una nuova utilizzazione del banale“.

Questa espressione mi colpì molto, così come mi colpirono, poco tempo dopo, le parole con cui Proust invitava a non disprezzare la cattiva musica, perché era piena dei sogni di tante, tantissime persone. Non disprezzare la musica banale, insomma. Quello che Mahler aveva fatto, in quel suo movimento di sinfonia, era proprio prendere la cattiva musica, la musica banale, e ridarle senso, semplicemente ricombinando le modalità di presentazione e accostamento dei motivi. I motivi, straniati in questo modo dalla particolare modalità di apparizione, dal contesto diverso dal solito in cui si venivano a trovare, non apparivano più banali, pur restando riconoscibili per quello che erano.

Ecco: questo è esattamente ciò che ho cercato di fare in cuore amore dolore. Ho preso sul serio la proposta di Umberto Saba, e ho usato la rima fiore-amore “la più antica difficile del mondo”. Ho giocato con le parole del poetese più abusato, senza escludere la passione, senza escludere i temi preferiti dal poetese più abusato. Che si tratti di un gioco si deve percepire, senza che questo nasconda il fatto che non si tratta di un gioco. Si tratta di ridare senso a quello che lo ha perso, inflazionato dall’abuso poetico.

è quello che voglio dire
è quello che voglio fare
è così che voglio incidere
è così che voglio amare
come un silenzio che grida
voglio entrare nel tuo cuore
come un grido nel rumore
voglio restarci invisibile
voglio restare acquattato
nelle pieghe del tuo amore
come una mistica tenia
che si nutre di dolore

Diffondi questo post:
Facebook Twitter Plusone Linkedin Digg Delicious Reddit Stumbleupon Tumblr Posterous Email Snailmail

Così scrivono del mio libro

Così scrive del mio libro Francesca Del Moro su Illustrati di marzo (anche on line, qui):

Diffondi questo post:
Facebook Twitter Plusone Linkedin Digg Delicious Reddit Stumbleupon Tumblr Posterous Email Snailmail

E’ in libreria “Distonia”, mio nuovo libro di poesia

Distonia è uscito, edizioni Kurumuny, collana Rosada. Sono contento ed emozionato.

A Bologna potete trovarlo alla libreria Trame, via Goito 3/c; altrove nelle librerie del circuito Rosada, elencate qui, tra cui le librerie Coop (anche a Bologna). Potete acquistarlo pure sulla pagina dedicata del sito dell’editore Kurumuny. Tra qualche giorno sarà anche su Amazon.

Diffondi questo post:
Facebook Twitter Plusone Linkedin Digg Delicious Reddit Stumbleupon Tumblr Posterous Email Snailmail

Su Facebook

Dalla timeline
di Daniele Barbieri

[fts_facebook type=page id=danielebarbieriautore posts=12 height=1600px posts_displayed=page_only]