La città invisibile mostrata in questa foto (scattata, nel mondo reale, esattamente da qui) è evidentemente una città dove è importante la luce. Non solo infatti ne definisce tutte le geometrie, ma i suoi simboli notturni ne costellano anche le immagini diurne, proprio come qui.
Questa foto mi piace anche perché mi ricorda le geometrie di De Chirico. Però io c’ero, là. Non è passata nessuna bambina con il cerchio. E le muse inquietanti le avevo dentro.
Auguro a chi se lo merita mille mattine come questa, in questa luce, a scendere le scale per raggiungere quelle ombre (e c’è anche il mare, qui vicino).
verticali perfette e pdv apparentemente obliquo obiettivo decentrabile o grandiosa mano&controllo in ripresa?
Niente obiettivo decentrabile, e nemmeno correzione in postproduzione. È solo la parte bassa di una foto originariamente molto più grande.
Non vorrei apparire mielosa, ma mi ricorda una scala in bianco e nero in un vicolo, di Henry Cartier Bresson… tanto per non fare nomi..
Spero di meritarmi almeno qualcuna di quelle città, di quei mattini in cui le muse inquietanti suggeriscono di scendere a bagnarsi i piedi in pozze di luce così.
È questa, suppongo.
Non l’avevo direttamente in mente quando ho scattato la foto, ma siccome è una delle mie preferite (e non solo tra quelle di Cartier-Bresson), posso supporre di averla comunque sempre in qualche modo in mente.
CIao
In realtà non è lei, la ripresa non è dall’alto…
… e non è neanche questa:
http://www.magnumphotos.com/C.aspx?VP3=ViewBox_VPage&VBID=2K1HZOXAJKF2M&IT=ZoomImage01_VForm&IID=2S5RYDZCKY50&PN=39&CT=Search
né questa:
http://www.magnumphotos.com/C.aspx?VP3=ViewBox_VPage&VBID=2K1HZOXAJTMSC&IT=ZoomImage01_VForm&IID=2S5RYDILGK_N&PN=7&CT=Search
perchè, entrambe splendide (forse la seconda più della prima), sono però troppo abitate per essere affiancate alla tua. Non ci sono le muse inquietanti.
Hanno però in comune con la tua la ripresa dall’alto che io avevo in mente.
E il ferro battuto.
Quella giusta non l’ho nel mio libro e non la trovo nel sito magnumphotos (le ho spulciate tutte, le 1000 che ci sono), eppure la ricordo nettamente: l’ho vista in mostra a Milano anni or sono e ricordo di essermi chiesta se la bambina che entrava nel cono di luce in modo così preciso non vi fosse stata messa apposta, invece che sorpresa dall’occhio attento ma smaliziato di cartier-bresson.
Ma non era neanche questa …
http://www.magnumphotos.com/C.aspx?VP3=ViewBox_VPage&VBID=2K1HZOXF3HLYS&IT=ZoomImage01_VForm&IID=2S5RYDZHK0XZ&PN=9&CT=Search
Insomma, non l’ho ritrovata.
Però nel girare il sito di Magnumphoto ne ho ritrovata una che avevo dimenticato. E’ bellissima, ha le muse inquietanti, ha la metafisica e ha un legame visivo stretto, per me , con la tua. Forse per le ombre e le verticalità dei muri.
http://www.magnumphotos.com/C.aspx?VP3=ViewBox_VPage&VBID=2K1HZOXF39IJC&IT=ZoomImage01_VForm&IID=2S5RYDZ84KWO&PN=2&CT=Search
ma forse non è importante trovarla, perchè ognuna di queste ha un’affinità con quella che ci hai proposto.
Ciao.
Comunque sia, direi che è evidente che sia tu che io (soprattutto) abbiamo guardato troppo Cartier-Bresson, che adesso abita nel nostro occhio.
Ciao
db
[…] questa città invisibile, che è la stessa di questa, le linee di terra dei campi da pallone per i bambini sono fatte con la luce del sole, mentre le […]