Le città invisibili, di Italo Calvino, è stato il romanzo della mia adolescenza. Lo è stato perché probabilmente il modo di Calvino di descrivere le sue città immaginarie corrisponde molto bene al mio modo di percepire le città reali. E così, mi rendo anche conto a posteriori che tantissime foto che ho fatto a tanti luoghi visitati nella mia vita rispecchiano quel medesimo spirito, rappresentando perciò le mie personali città invisibili – anzi, piuttosto, quelle visibili, e viste attraverso un occhio innamorato delle storie di Calvino.
Questa foto è stata scattata dall’aereo, all’incirca da qui. Mi piace non solo per la luce incredibile, ma anche per la sua intensa dinamica, che spinge verso destra, dalle nuvole in basso a sinistra, al percorso del fiume, al suo sbocco nel paradiso della luce in alto a destra. Questa immagine mi ha colpito così tanto che, qualche tempo fa, mi ci sono scappati anche dei versi, che si possono leggere qui.
P.S. Non siamo lontani dal luogo mostrato dal post della scorsa settimana. Quella foto era stata presa esattamente da qui.
buenos aires è una delle città che mi piacerebbe vedere prima di lasciare questa valle di lacrime. anche se, come tutte le città sognate, rischia di non corrispondere all’immagine platonica (credo in gran parte di origine borgesiana) che me ne sono fatta.
(belle le poesie, la seconda in particolare).
Anch’io ci sono andato con un’immagine in gran parte di origine borgesiana, e non corrisponde.
Però l’ho trovata sorprendente lo stesso, e forse ancora di più. Magari sarà perché in generale sono rassegnato al fatto che la realtà non corrisponda alla letteratura, e quindi mi lascio sorprendere da quello che invece c’è.
Tra l’altro, così facendo, ogni tanto gli aspetti precedentemente immaginati trovano sorprendenti improvvise manifestanzioni; e di colpo la città corrisponde, magari per un attimo solo.
Ma è sufficente poi. La città diventa insieme la tua, e quella del tuo sogno precedente.
Insomma, non bisogna credere alle storie (in particolare a quelle di Borges); però bisogna far finta di crederci, e amarle lo stesso.
Ciao
db
Giuro ci avevo indovinato, ma non ero sicuro e allora sono andato a vederci con bing.com, che con le viste aeree a volo d’uccello, e ruotabili, è ideale per i riconoscimenti urbani. Ma di Buenos Aires bing ha foto aeree pessime, cioè poco ingrandibili, e il centro di quella città è troppo grande per trovare edifici anche così singolari come quelli della tua foto.
ciao
davide
Buenos Aires è in-credibile proprio questa foto. Comunque sono d’accordo con Daniele. Per quanto l’immagine letteraria di una città sia meravigliosamente “perfetta” nella tua testa, il disordine che incontri nella realtà è sempre uno shock necessario e bellissimo.