Nuovo look di una rivista minorenne
Il Sole 24 Ore, 2 ottobre 1994
Se l’umorismo è trasgressione, non può trattarsi di una cosa troppo ordinata. Così, il nuovo Comix sembra appena uscito dalla doccia, una capigliatura lunga e folta subito dopo una bella frizione con l’asciugamano.
Non contento dei suoi ripetuti successi, Comix si sentiva un po’ vecchio e stantio, e ha deciso per il cambio di look. Non che prima si presentasse con delle pagine particolarmente ordinate, ma ora il messaggio è chiaro: si può fare rumore anche con la carta stampata. E il rumore è quello di una festa continua di piccole (o grandi) demenzialità, a parole o a fumetti.
Gli autori di prima continuano a esserci tutti, a partire da quei Disegni e Caviglia che sembrano aver scoperto un nuovo canale televisivo, quello attraverso cui l’Italia riesce sempre a far ridere, anche quando fa piangere. E ancora più al centro della rivista è Cavezzali, autore, da oggi in poi, di una rubrica di “informazione” insieme a Sauro Ciantini, meno noto ma incantevolmente bravo.
Shelton ha lasciato i “Freak Brothers” e appare con “Not Quite Dead”, un fumetto che racconta le storie di una banda rock più demente che demenziale. Continuano per la loro strada gli altri classici della rivista, da Quino ad Altan, da “Dilbert” ad “Harpo”.
Tra le promesse – non ancora messe in opera nell’imminente primo numero, ma di prossima attivazione – si elencano Danilo Maramotti, Cinzia Leone, l’onnipresente Milo Manara e il vecchio, grande, inimitabile Magnus. Dovrebbe arrivare anche Hunt Emerson, un fumettista inglese molto amato nei circoli alternativi del suo paese, autore tra l’altro di esilaranti versioni a fumetti della Lady Chatterley di Lawrence e della Ballata del vecchio marinaio di Coleridge. In più ci sarà “Gon”, un piccolo dinosauro di produzione giapponese, il cui disegno, minuzioso come quello di un’acquaforte, sarebbe da solo una ragione sufficiente di interesse. Ci saranno storie a fumetti lunghe diverse pagine, e non sempre, non necessariamente, si tratterà di storie umoristiche. Tra gli umoristi, sono arrivati o arriveranno, invece, Bucchi, Cemak e De Lucchi.
Oltre al fumetto, la rivista è ancora più piena – vista la grafica oculatamente caotica – di rubriche, rubrichine e rubrichette, che si avvalgono spudoratamente della collaborazione dei lettori. Come quella in cui viene raccolto il florilegio delle mille telefonate di pochi secondi che arrivano ogni notte su una segreteria telefonica preparata per l’occasione. Da non perdere è lo spazio della posta, in cui si risponde alle lettere che i lettori hanno inviato ad altri giornali.
Entrando, mese più mese meno, nel suo quarto anno di vita, Comix una volta di più si ribadisce minorenne. Ha prodotto, sino ad oggi, un’enorme quantità di carta che, come l’arte secondo Oscar Wilde, è perfettamente inutile – ma si vivrebbe molto peggio se non ci fosse. Tra poco, pare, si cimenterà anche con pubblicazioni su floppy disk. Noi aspettiamo al varco, pronti, ancora una volta, a ridere di loro.
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